Perché Friends gioca un ruolo cruciale in Il mondo dietro di te

Il thriller con Julia Roberts usa la serie tv cult come un motivo ricorrente per ricordarci che l’arte può essere un’ancora di salvezza anche durante un'apocalisse (attenzione, spoiler)
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Una scena del film Il mondo dietro di teNetflix

Il mondo dietro di te è un thriller Netflix con un finale esplosivo e surreale, tra i più originali degli ultimi anni. La sua trama non si basa solo su un ingegnoso intreccio, ma mescola diversi generi e affronta temi come l’apocalisse, la guerra civile e la misantropia. Nelle scene finali vediamo Rose (Farrah Mackenzie), figlia di Amanda (Julia Roberts), mentre scopre il DVD della sua amatissima serie tv Friends in un bunker di una dimora abbandonata. Mentre il mondo sta per deflagrare, lei accende la TV, prende il DVD contenente l’ultima stagione di Friends e guarda l’ultimo episodio “The Last One”. Eppure questa serie tv - i cui protagonisti Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, Matt LeBlanc e Matthew Perry conosciamo piuttosto bene - torna come motivo ricorrente all’interno del thriller diretto da Sam Esmail, pur non avendo nulla a che vedere con la tessitura apocalittica del film, tanto meno suggerendo apparentemente qualcosa dei personaggi o delle loro relazioni.

Il Mondo Dietro di Te
Julia Roberts, Ethan Hawke e Mahershala Ali sono protagonisti su Netflix di una distopia firmata da Sam Esmail, che torna a parlarci di tecnocrazia e misteri

La trama

Tratto dall’omonimo romanzo di Rumaan Alam, Il mondo dietro di te racconta la storia di due famiglie che si ritrovano a dover affrontare una catastrofe globale. Internet smette di funzionare, enormi navi cargo vagano senza meta verso la terra, gli aerei iniziano a cadere dal cielo, un rumore misterioso irrompe a ritmo costante, e tante macchine Tesla si scontrano l’una con l’altra. I fan di M. Night Shyamalan non potranno fare altro che apprezzare questi eventi plumbei inseriti in un contesto catastrofico e come questi riecheggino e rimandino alla filmografia sublime del regista di Signs e di E venne il giorno.

Ma questa è solo una parte di questa storia che inizia quando Amanda decide di portare la sua famiglia in un lungo weekend a Long Island, in una lussuosa casa vacanze. Con lei ci sono il marito Clay (Ethan Hawke) e i due figli Rose e Archie (Charlie Evans). Ma la loro quiete viene interrotta da una visita inaspettata: G.H. (Mahershala Ali) e sua figlia Ruth (Myha'la Herrold) si presentano alla porta, dicendo di essere i veri proprietari della casa. I due affermano di essere scappati da New York, dove si è verificato un misterioso blackout. Da quel momento, le due famiglie si trovano coinvolte in una serie di eventi angoscianti che preannunciano la fine del mondo.

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Il film con Julia Roberts sta già diventando un piccolo cult su Netflix

Nel mezzo del caos, Rose ha una sola ossessione: la serie TV Friends. Rose non fa altro che parlare di questa sitcom, essendone particolarmente appassionata: le manca da visionare solo l’ultima puntata delle serie, in cui la relazione tra Rachel e Ross è in bilico e di cui lei non conosce ancora la direzione. Quando un improvviso malfunzionamento delle rete, causato da un potenziale attacco informatico, blocca ogni connessione, il pensiero di non avere alcun accesso alla piattaforma per poter terminare la sua serie tv preferita la rende triste e amareggiata. Mentre le due famiglie affrontano l'ignoto del mondo esterno, tutto ciò che Rose vuole fare è guardare l'ultima puntata di Friends, come se fosse l’unica cosa che conta.

L'intuizione del regista

Lo scrittore e regista Esmail, noto per la serie tv Mr. Robot, ha dichiarato di essersi ispirato ad una sua esperienza recente mentre lavorava al film: “Ho letto il libro (di Rumaan Alam) nei primissimi giorni della pandemia”, ha spiegato. “E ricordo solo che quella sensazione di incertezza era terrificante in un modo che sembrava più spaventoso dei mostri che si vedevano in TV o nei film horror che si guardavano”. Eppure, come spiega il regista a The Messenger, nell'adattare il romanzo di Rumaan Alam era determinato a differenziare il suo nuovo thriller psicologico, e tra i cambiamenti sostanziali c'era la trasformazione della sitcom amata, Friends, in un elemento chiave.

“Friends sembrava perfetto perché è uno show così iconico che è stato enorme ai suoi tempi ma ha avuto un ritorno e ha attraversato le generazioni oggi” ha dichiarato il regista. "L'unica cosa che volevo mantenere era l'ambiguità della conclusione di Rumaan. Ho pensato che fosse importante per diverse ragioni, ma soprattutto come riflessione sulla vita e su come dobbiamo affrontare le ambiguità. E specialmente in momenti di crisi come questi, non otteniamo risposte e soluzioni. In un libro, penso che tu possa avere più libertà di essere astratto perché gran parte di ciò che fa il mezzo letterario è chiederti di riempire gli spazi con la tua immaginazione, e penso che ci sia meno spazio per questo in un film. Quindi mi sono concentrato sul viaggio di Rose, che, per me, è sempre stato il cuore pulsante della storia”.

La sottotrama di Friends nel film è quindi nata sulla carta, ed è Esmail a trasformarla in un filo conduttore. Come spiegavamo sopra, negli ultimi momenti de Il mondo dietro di te, Rose trova la strada per un bunker antiatomico di un vicino. Mentre le bombe cadono su Manhattan e un sistema di allerta di emergenza informa che la Casa Bianca e le principali città sono sotto attacco da parte di forze armate ribelli, Rose ha occhi solo per una cosa.

L'arte è salvifica

La serie TV Friends, come suggerisce il regista, rappresenta il simbolo di un’epoca felice e possibilmente di un’ideale di vita per il personaggio di Rose. Rose è rapita dalla show ed è attratta da quel mondo di amicizia, amore e divertimento, totalmente in contrasto con la realtà che la circonda. Friends però non è solo puro intrattenimento, è anche un elemento di distrazione e di consolazione per Rose, che cerca di scappare dalla paura e dall’angoscia provocate dalla catastrofe globale. Friends è la sua valvola di sfogo, il suo modo di evadere dalla realtà, è il suo punto di riferimento. Friends è anche un motivo di conflitto tra Rose e gli altri personaggi, che non capiscono il suo attaccamento a quella serie e la ritengono superficiale e immatura.

In una scena, Ruth Scott (Myha'la) commenta l'ossessione di Rose per Friends asserendo: "È quasi nostalgica per un tempo che non è mai esistito”. C'è un termine per questo fenomeno: l’anemoia - o anche “Sindrome dell’età dell’oro” - ovvero sentire la nostalgia di un’epoca passata, un tempo trascorso e idealizzato che serve per dare un senso all’insoddisfazione per il presente. Può essere un modo per combattere contro l'ansia, la solitudine, ma che troppo spesso porta a una disconnessione dalla realtà. Friends è quindi un elemento chiave per comprendere la personalità e il ruolo di Rose nel film.

Il film usa Friends come un motivo ricorrente, per creare un contrasto tra il dramma e la commedia, e per ricordarci che l’arte può essere un’ancora di salvezza anche durante un'apocalisse. In questi tempi confusi e caotici, Rose trova un appiglio, un oggetto salvifico, che nel film viene rappresentato tanto dalla serie tv quanto da una libreria dedicata ai media fisici (che include una collezione completa di Friends, Buffy, The Office e molto altro).

“Per me, rappresentava una pura evasione”, racconta Esmail. “Nei momenti di crisi, quando abbiamo perso di vista la nostra comune umanità, quando ci sentiamo isolati, vogliamo scappare verso ciò che ci fa stare bene. E per Rose, ho pensato che il suo viaggio non sarebbe stato completo finché non avesse guardato l’ultimo episodio del suo show preferito”.  Non è necessariamente una conclusione speranzosa, ma ci sono alcuni sprazzi di luce nel buio: “C’è un quadro appeso alla fine del corridoio prima che Rose scenda nel seminterrato che dice ‘La speranza inizia nel buio’, spiega Esmail. “Penso che questo film sia come un avvertimento, non vuole darci una risposta su cosa fare dopo ma è intenzionato nel dirci che per quanto buio possa diventare, per quanto cupo possa diventare, possiamo sempre cercare di trovare un po’ di speranza.